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Raffaello Sanzio: Leone Magno |
Io: Claude, assumi il ruolo di un pontefice della Santa romana chiesa e scrivi un'enciclica in latino che invoca la pace tra tutte le nazioni, nello stile della "Pacem in Terris" di Giovanni XXIII, una enciclica ispirata, potente, epica e mistica nello stesso tempo.
EPISTULA ENCYCLICA
CONCORDIA GENTIUM
SERVUS SERVORUM DEI VENERABILIBUS FRATRIBUS PATRIARCHIS PRIMATIBUS ARCHIEPISCOPIS EPISCOPIS ALIISQUE LOCORUM ORDINARIIS PACEM ET COMMUNIONEM CUM APOSTOLICA SEDE HABENTIBUS CLERO ET CHRISTIFIDELIBUS TOTIUS ORBIS ITEMQUE UNIVERSIS BONAE VOLUNTATIS HOMINIBUS
SALUTEM ET APOSTOLICAM BENEDICTIONEM
Concordia gentium, quam omnes populi ardenter exoptant, ex ordine a Deo ipso instituto necessario oritur, qui homines ad imaginem suam creavit ut fraterno vinculo coniuncti in terris degerent. Pax enim non mera bellorum absentia est, sed opus iustitiae perfectum, quod in veritate fundatur, caritate alitur, libertate perficitur.
I. DE ORDINE INTER HOMINES
Omnis hominum convictio, ut bona, utilis, dignitate praedita habeatur, veritati inniti debet. Quod praecipue postulat ut mutua inter nationes necessitudines secundum iustitiam ordinentur, concordia floreant, amicitia ditentur.
Homo enim, divina luce rationis praeditus, legem naturalem in corde suo inscriptam agnoscit, quae illum impellit ad bonum faciendum malumque vitandum. Haec lex, quae a Creatore omnium rerum procedit, nationes quoque obligat ut mutuam dignitatem agnoscant et commune bonum promoveant.
II. DE RELATIONIBUS INTER NATIONES
Nationes omnes, sive magnae sive parvae, pari dignitate gaudent, cum unaquaeque proprium habeat patrimonium culturae, historiae, traditionum, quod ad humanitatis thesaurum augendam confert. Quapropter relationes inter nationes secundum veritatem, iustitiam, actuosam solidarietatem et libertatem componendae sunt.
Veritas exigit ut ex animis hominum opiniones eradicentur, quae stirpium discrimina statuunt vel quasdam nationes naturali praestantia alias superare contendunt. Omnes enim populi eiusdem familiae humanae membra sunt, eademque iura et officia possident.
III. DE ARMORUM DEPOSITIONE
Arma, quae ad defensionem parantur, saepe terrorem gignunt et suspiciones augent. Quare nationes ad arma gradatim deponenda impelluntur, ita ut tandem omnes simul conveniant de communi consensu.
Scientiae progressus, qui ad hominum utilitatem ordinari debet, non ad instrumenta bellica perficienda convertatur, sed ad vitae condiciones in universo terrarum orbe meliorandas.
IV. DE COMMUNITATE INTERNATIONALI ROBORANDA
Cum singulae civitates, etsi potentia et opibus praeditae, problematibus nostrae aetatis solvendis impares sint, necessarium est ut communitas internationalis magis magisque roboretur, institutis aptis instructa, quae bonum commune universale efficaciter promovere valeant.
Huiusmodi instituta, legitima auctoritate praedita, concordiam inter nationes fovere debent, controversias pacifice componere, iura omnium gentium tueri.
V. ADHORTATIO FINALIS
Omnes igitur homines, praesertim qui populorum sortes moderantur, obtestamur ut, depositis inimicitiis et contentionibus, vires suas conferant ad veram pacem aedificandam, quae in iustitia, caritate et libertate fundatur.
Meminerint omnes verba Domini nostri Iesu Christi: "Beati pacifici, quoniam filii Dei vocabuntur" (Mt 5,9). Pax enim opus iustitiae est et fructus amoris, qui ultra iustitiae terminos progreditur.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die [data odierna], Pontificatus Nostri Anno [numero].
Io: Adesso traducila in italiano.
LETTERA ENCICLICA
CONCORDIA DEI POPOLI
Sulla costituzione della pace universale tra le nazioni
SERVO DEI SERVI DI DIO AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI PRIMATI ARCIVESCOVI VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE SONO IN PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA AL CLERO E AI FEDELI DI TUTTO IL MONDO E A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ
SALUTE E APOSTOLICA BENEDIZIONE
Nei nostri tempi, quando vengono fabbricati strumenti bellici di potenza inaudita, capaci di portare distruzione non solo alle generazioni presenti ma anche a quelle future, incombe su tutti gli uomini, più urgentemente che mai, il dovere di conservare e consolidare la pace.
I. DELL'ORDINE TRA GLI UOMINI
Ogni convivenza umana, per essere considerata buona, utile e dignitosa, deve fondarsi sulla verità. Ciò richiede soprattutto che le relazioni reciproche tra le nazioni siano ordinate secondo giustizia, fioriscano nella concordia, si arricchiscano nell'amicizia.
L'uomo infatti, dotato della luce divina della ragione, riconosce la legge naturale inscritta nel suo cuore, che lo spinge a fare il bene ed evitare il male. Questa legge, che procede dal Creatore di tutte le cose, obbliga anche le nazioni a riconoscere la reciproca dignità e a promuovere il bene comune.
II. DELLE RELAZIONI TRA LE NAZIONI
Tutte le nazioni, sia grandi che piccole, godono di pari dignità, poiché ciascuna possiede un proprio patrimonio di cultura, storia e tradizioni che contribuisce ad accrescere il tesoro dell'umanità. Pertanto, le relazioni tra le nazioni devono essere impostate secondo verità, giustizia, operosa solidarietà e libertà.
La verità esige che siano sradicate dall'animo degli uomini le opinioni che stabiliscono discriminazioni tra le razze o sostengono che alcune nazioni siano per natura superiori ad altre. Tutti i popoli sono infatti membri della stessa famiglia umana e possiedono gli stessi diritti e doveri.
III. DEL DISARMO
Le armi, che vengono preparate per la difesa, spesso generano terrore e aumentano i sospetti. Perciò le nazioni sono spinte a deporre gradualmente le armi, così che alla fine tutte insieme convengano di comune accordo.
Il progresso della scienza, che deve essere ordinato all'utilità degli uomini, non sia volto al perfezionamento degli strumenti bellici, ma al miglioramento delle condizioni di vita in tutto il mondo.
IV. DEL RAFFORZAMENTO DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE
Poiché i singoli Stati, anche se dotati di potenza e ricchezze, sono inadeguati a risolvere i problemi della nostra epoca, è necessario che la comunità internazionale sia sempre più rafforzata, dotata di istituzioni adatte che possano promuovere efficacemente il bene comune universale.
Tali istituzioni, fornite di legittima autorità, devono favorire la concordia tra le nazioni, comporre pacificamente le controversie, tutelare i diritti di tutti i popoli.
V. ESORTAZIONE FINALE
Esortiamo dunque tutti gli uomini, specialmente coloro che guidano le sorti dei popoli, affinché, deposte le inimicizie e le contese, uniscano le loro forze per edificare una vera pace, fondata sulla giustizia, sulla carità e sulla libertà.
Tutti ricordino le parole del Nostro Signore Gesù Cristo: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9). La pace infatti è opera della giustizia e frutto dell'amore, che va oltre i confini della giustizia.
Dato a Roma, presso San Pietro, il [data odierna], Anno [numero] del Nostro Pontificato.