Insomma, per quanto questi calcoli siano indicativi, stiamo correndo allegramente verso la catastrofe. Non è certo l'unico segnale che "le cose non vanno troppo bene", ma è una buona ragione per fare il punto sul pessimismo cosmico e sulle argomentazioni a favore e contro questa posizione filosofica.
In questa prospettiva ho chiesto a ChatGPT di esaminare il pensiero di Thomas Ligotti a partire dalla mia lettura recente del suo lungo racconto "Il mio lavoro non è ancora finito" (il Saggiatore, 2020). Per la critica non è la sua opera migliore, ma è una buona occasione per approfondire un po' questo tema.
ChatGPT ha impiegato poco più di tre minuti a ricostruire un quadro abbastanza completo di riferimenti e suggerimenti di lettura.
Vi faccio notare che, nella sua prima risposta al mio prompt, ChatGPT utilizza lo schwa per segnalare, come da me richiesto, il target di riferimento per il linguaggio da utilizzare nel rapporto. Non mi piace, ma rispetto tutte le opinioni, anche quelle dell'IA.
Io: ChatGPT, assumi il ruolo di uno studioso di filosofia morale e analizza la novella "Il mio lavoro non è ancora finito" di Thomas Ligotti. Considera criticamente la logica, i fatti disponibili e il contesto appropriato in cui inserire i temi del romanzo, facendo riferimento agli autori più significativi che possono aver influenzato il pensiero di Ligotti.
Esponi le argomentazioni che si possono opporre al pessimismo cosmico dell'autore esaminando la validità e la coerenza di ciascun punto di vista.
Utilizza un linguaggio adeguato per un generico studente universitario del primo anno di corso.
Inizia con una scheda riassuntiva del romanzo e dei personaggi.
ChatGPT:
Ragionato per 3m 21s
Di seguito trovi un’analisi filosofico‑morale di Il mio lavoro non è ancora finito di Thomas Ligotti, pensata per un/una studentə universitariə al primo anno: linguaggio chiaro, ma rigoroso; riferimenti ai principali filoni del pessimismo filosofico che dialogano (in modo diretto o indiretto) con l’immaginario ligottiano; e un ventaglio di argomentazioni critiche che si possono opporre al suo pessimismo cosmico. Inizio con una scheda riassuntiva del libro e dei personaggi.
Scheda riassuntiva
Titolo originale: My Work Is Not Yet Done: Three Tales of Corporate Horror (raccolta: include il racconto lungo/novella e due testi più brevi: “I Have a Special Plan for This World” e “The Nightmare Network”). Prima edizione completa in volume: Mythos Books, 2002; ristampe successive (es. Virgin/Penguin ecc.). Wikipedia
Titolo italiano: Il mio lavoro non è ancora finito (trad. Luca Fusari, Il Saggiatore, 2020; collana “La cultura”; 232 pp.). Il SaggiatoreQuarta Parete Roma
Autore: Thomas Ligotti (Detroit, 1953), autore di culto dell’orrore weird e del cosiddetto “corporate horror”; vincitore di più Bram Stoker Award; noto per una visione filosofica cupa sviluppata anche nel saggio La cospirazione contro la razza umana. The New Yorker
Struttura del volume: 1) Racconto lungo/novella eponima “Il mio lavoro non è ancora finito” (cuore del libro); 2) poema narrativo/prosa visionaria “Ho un piano speciale per questo mondo” (rielabora motivi di alienazione aziendale in chiave più lirico‑metafisica); 3) collage frammentario “La Rete dell’Incubo” che simula materiali aziendali (memo, slogan, annunci) fino al collasso ontologico. (Glosse sintetiche su base interpretativa; dati sulla tripartizione dal titolo originale e dai materiali editoriali italiani che parlano di “tre racconti di horror aziendale”.).
Ambientazione generale: Un ambiente aziendale anonimo, ripetitivo, ritualizzato, che diventa progressivamente un teatro d’incubo dove la burocrazia e la gestione manageriale fungono da interfaccia a forze oscure, impersonali o apertamente malevole. thebulwark.com
Protagonista principale (novella): Frank Dominio, quadro aziendale di basso profilo la cui proposta innovativa viene accolta con scherno e che finisce ostracizzato fino alle dimissioni/espulsione; stringe un’alleanza con una “tenebra liquida e viscosa” (rappresentazione metafisica del nulla/negatività) e si vendica in modo soprannaturale dei colleghi che lo hanno distrutto.
Antagonisti collettivi (“i Sette”): un gruppo di manager/colleghi che incarnano la tossicità del management aziendale; nella versione originale vengono caratterizzati con nomignoli in rima che ne accentuano l’intercambiabilità e la ridicolaggine burocratica; fungono più da funzioni simboliche (vanità, conformismo, potere sadico, ecc.) che da personaggi psicologicamente complessi. (Funzione simbolica dedotta; presenza del gruppo di “sette manager” testimoniata nelle sinossi italiane e nelle schede editoriali/critiche).
Forza sovrannaturale: una oscurità/tenebra agentiva con cui Frank si fonde o dalla quale è “assunto”, trasformandosi in una sorta di Angelo della Morte che disintegra, perseguita o condanna gli ex colleghi.
Tono & temi chiave: Alienazione lavorativa; disumanizzazione burocratica; vendetta metamorfica; dissoluzione dell’io; irruzione del cosmico (o del nichilistico) nel quotidiano; il lavoro come rituale verso la morte; critica del “pensiero positivo” aziendale.
1. Trama (versione estesa ma sintetica)
Fase 1 – Routine e umiliazione: Frank Dominio lavora in una grande azienda dove la vita d’ufficio è scandita da riunioni vuote e rituali ripetitivi. Quando osa proporre un nuovo prodotto/idea, viola l’etichetta informale del conformismo. I colleghi lo ridicolizzano, il suo status crolla e viene progressivamente isolato fino a dover lasciare il posto.
Fase 2 – Crisi e alleanza con la Tenebra: Nel baratro psicologico della perdita, Frank nutre fantasie di vendetta. Una presenza oscura — descritta come tenebra viscosa, oblio cieco — lo avvolge; la sua corporeità si smaterializza in una “corrente di disintegrazione” che gli consente di seguire e colpire gli ex colleghi. (Lessico dalla scheda editore; dinamica punitiva dal riassunto critico e dalla sinossi internazionale.)
Fase 3 – Angelo della Morte aziendale: Trasformato in entità soprannaturale, Frank infligge pene personalizzate, spesso grottesche, ai membri del gruppo che lo ha perseguitato. La vendetta assume proporzioni metafisiche: l’orrore aziendale diventa una finestra su un universo ostile/indifferente, dove la coscienza umana è uno strumento di tortura.
Coda implicita: L’idea che “il lavoro” non sia finito rimanda sia al piano di vendetta sia a un compito più vasto: svelare o portare a compimento la logica letale inscritta nella realtà stessa (motivo che alimenta il nesso con il pessimismo cosmico presente nel saggio La cospirazione contro la razza umana e in altre riflessioni di Ligotti). Weird Fiction Review
2. Personaggi principali (funzioni morali e simboliche)
Nota di metodo: in Ligotti i personaggi spesso funzionano come “maschere” (quasi figure allegoriche) più che come coscienze psicologiche rotonde; qui sottolineo soprattutto la loro funzione etico‑simbolica. Dove indico tratti non esplicitati in dettaglio nelle sinossi, li presento come elementi interpretativi plausibili, non come “fatti narrativi” certificati.
2.1 Frank Dominio
Ruolo narrativo: narratore/protagonista; rappresenta il lavoratore cosciente che scorge la vacuità dell’ordine aziendale.
Traiettoria morale: da conformismo ferito → risentimento → disumanizzazione reciproca (diventa ciò che odia) → trascendimento in potere mortifero. La parabola illustra come sistemi oppressivi possano convertire la vittima in agente di male radicale. (Interpretazione sulla base delle sinossi e del tono ligottiano di vendetta metafisica.) thebulwark.com
2.2 I Sette Manager
Ruolo: collettivo antagonista; caricatura del management tossico; promotori di conformismo, bullismo professionale, distruzione creativa dell’individuo.
Funzione morale: indicano come il potere burocratico possa operare per pura auto‑riproduzione, indipendentemente da verità o valore del lavoro; rimando alla “zombificazione” del lavoratore discussa nella critica italiana.
2.3 La Tenebra / “Angelo della Morte”
Ruolo: principio trascendente (o immanente negativo) che autorizza/abilita la vendetta; evoca la “Darkness” come personaggio‑metafora ricorrente di cui Ligotti parla nelle interviste, dove la tenebra simboleggia la verità ripugnante dell’esistenza. Weird Fiction Review
2.4 L’Azienda (ambiente‑personaggio)
Ruolo: dispositivo impersonale che fabbrica alienazione; teatro di riti che svuotano la vita di senso; metafora del mondo (cosmo indifferente) — una lettura proposta dalle schede critiche italiane.
3. Inquadramento: dal “corporate horror” al pessimismo cosmico
Ligotti inserisce la quotidianità aziendale in una cornice di orrore metafisico: la banalità delle riunioni, dei diagrammi e dei protocolli funge da maschera per una verità ontologica corrosiva — che la coscienza sia un errore, un eccesso biologico che apre sull’angoscia universale (un tema che Ligotti espliciterà nel saggio La cospirazione contro la razza umana). Le letture critiche italiane sottolineano come l’azienda diventi metafora della vita stessa; l’alienazione del dipendente rivela la sofferenza costitutiva dell’essere coscienti. Weird Fiction Review
La ricezione critica internazionale spesso accosta Ligotti a Lovecraft (per l’irruzione del cosmico e l’insignificanza umana) ma ne segnala le differenze: in Lovecraft c’è talvolta un senso di “avventura cosmica”, mentre Ligotti tende a un “infernal paradise”, un universo definitivamente malsano, senza catarsi. The New Yorker
L’immaginario di Il mio lavoro non è ancora finito parte quindi dall’alienazione lavorativa tardo‑capitalistica per approdare a una metafisica della negatività: la gerarchia aziendale come figura dell’ordine cosmico che schiaccia il soggetto.
4. Radici e affinità filosofiche del pessimismo ligottiano
In questa sezione collego i temi emergenti nel romanzo a correnti di pensiero che (per dichiarazione dell’autore o per prossimità tematica) risultano pertinenti.
4.1 Schopenhauer: Volontà cieca, sofferenza come condizione universale
Schopenhauer vede il mondo fenomenico come espressione della Volontà, una spinta irrazionale, insaziabile, responsabile di desiderio perpetuo e dunque di sofferenza endemica. La liberazione parziale passa per l’arte (distacco contemplativo), la compassione etica e, in ultima analisi, l’ascesi che nega la volontà. Enciclopedia di Filosofia di Stanford TheCollector
Risonanze ligottiane:
L’azienda come macchina desiderante che non soddisfa mai (progetti, KPI, promozioni) riproduce la “tapis roulant” del desiderio schopenhaueriano descritta in modo divulgativo ma accurato nella comparazione TheCollector. TheCollector
Il passaggio di Frank alla vendetta totale non segue la via schopenhaueriana della negazione del desiderio, bensì lo radicalizza: la sofferenza altrui diventa scopo. Ciò permette di leggere la novella come parabola di ciò che accade quando la consapevolezza del dolore universale non si converte in compassione ma in risentimento distruttivo. (Interpretazione; per la centralità della compassione in Schopenhauer vedi SEP.) Enciclopedia di Filosofia di Stanford TheCollector
4.2 Peter Wessel Zapffe: “Surplus di coscienza” e meccanismi di difesa
Nel saggio “The Last Messiah”, Zapffe sostiene che l’essere umano ha sviluppato un eccesso di coscienza che lo rende inadatto alla vita: per sopravvivere, riduciamo artificialmente i contenuti di coscienza tramite quattro strategie — isolamento, ancoraggio, distrazione, sublimazione. Philosophy Now
Il mondo aziendale ligottiano può essere letto come gigantesco dispositivo di ancoraggio (valori corporate), distrazione (riunioni, burocrazia), e perfino sublimazione (mission statement idealizzati) che tenta di schermare l’orrore sottostante. Quando Frank “vede attraverso” questi schermi, crolla la protezione zapffiana e subentra la psicosi metafisica che alimenta la vendetta. (Applicazione interpretativa; supporto per la metafora aziendale come maschera esistenziale nelle letture critiche italiane.)
4.3 Emil Cioran: Aforismi della disperazione, antinatalismo implicito, fallimento
Cioran sviluppa un pessimismo aforistico centrato sull’inconvenienza dell’esistenza, il fascino del fallimento universale e, in opere come De l’inconvénient d’être né (La tentazione di esistere; Il funesto demiurgo, ecc.), un tono gnostico in cui la creazione è un errore. lareviewofbooks.org
Ligotti stesso si è mosso in territori affini, arrivando a considerare il proprio saggio La cospirazione contro la razza umana come un “breviario di nichilismo” (intervista) che affronta temi prossimi a quelli cioraniani: inconvenienza della nascita, universalità della sofferenza, tentazione dell’auto‑estinzione della specie. Weird Fiction Review
4.4 Lovecraft e il “cosmicismo” vs l’“infernal paradise” ligottiano
Lovecraft propone un universo immensamente indifferente, dove l’orrore deriva dal ridimensionamento dell’umano. Ligotti riconosce il debito, ma sottolinea che in Lovecraft permane spesso un senso di “avventurosa aspettativa”; nei suoi testi, invece, la rivelazione cosmica è priva di slancio eroico ed è immediatamente decomposta in disgusto e annichilimento. Weird Fiction Review thebulwark.com The New Yorker
4.5 Leopardi: Dal pessimismo storico al pessimismo cosmico
Nello Zibaldone e nelle Operette morali Leopardi evolve da un pessimismo “storico” (il moderno più infelice dell’antico) a un pessimismo “cosmico”: la sofferenza è inscritta nella natura stessa, indifferente e cieca, e la ragione distrugge le illusioni necessarie alla felicità. Sapere Virgilio The New Yorker
Questa struttura è utile per leggere Ligotti: l’alienazione storica (azienda, capitalismo) fa da primo livello; dietro, la natura/cosmos ostile: un passaggio leopardiano dalla critica storica alla disperazione metafisica.
4.6 Verso Ligotti: antinatalismo e “congiura” contro il vivente
Nel suo saggio (La cospirazione contro la razza umana) Ligotti riprende temi schopenhaueriani, zapffiani e cioraniani per suggerire che la coscienza è una trappola che forse sarebbe stato meglio non si fosse mai accesa (tono antinatalista). Le discussioni critiche italiane collegano direttamente la filosofia di Rust Cohle in True Detective a Ligotti, segno della penetrazione culturale di questo pessimismo. Weird Fiction Review
5. Argomentazioni che si possono opporre al pessimismo cosmico ligottiano
Qui presento otto famiglie di contro‑argomenti (metafisici, etici, pragmatico‑psicologici). Per ciascuna: breve tesi, come risponde a Ligotti, punti di forza, possibili debolezze.
5.1 Argomento dell’Assurdo e della Rivolta (Camus)
Sintesi: Anche se il mondo è privo di senso oggettivo e la coscienza rileva l’assurdo, la risposta adeguata non è il nichilismo ma la rivolta: vivere senza appello, creando significato locale attraverso l’azione e la solidarietà (Sisyphus felice). Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Contro Ligotti: Frank cede all’assimilazione con il nulla e alla vendetta; la posizione camusiana suggerirebbe invece di trasformare la lucidità sul non‑senso in energia etica condivisa (“immaginare Sisifo felice” anziché “Angelo della Morte”).
Punti di forza: Evita illusioni metafisiche senza scivolare nel rifiuto totale della vita; fonda etica sull’esperienza vissuta dell’assurdo.
Debolezza dal punto di vista ligottiano: Per Ligotti, la trasformazione etica camusiana è un altro “meccanismo di ancoraggio” (Zapffe) — un abbellimento che nasconde la verità dell’orrore. Philosophy Now Weird Fiction Review
5.2 Argomento dell’Affermativismo Tragico (Nietzsche: amor fati, eterno ritorno)
Sintesi: Nietzsche invita a dire “sì” alla vita nella sua totalità, dolore incluso; l’esperimento mentale dell’eterno ritorno misura la nostra capacità di amare il destino. ThoughtCo TheCollector
Contro Ligotti: Se riuscissimo ad approvare perfino le umiliazioni aziendali come parte integrale del “quadro intero” della nostra vita, la negatività perderebbe il suo potere paralizzante. L’Angelo della Morte sarebbe così un fallimento dionisiaco: incapace di trasfigurare il dolore in forza.
Punti di forza: Fornisce un criterio esistenziale forte (accetteresti di rivivere tutto?) che valorizza la resilienza creativa. ThoughtCo
Debolezza da prospettiva ligottiana: L’“amor fati” potrebbe apparire come auto‑ipnosi eroica; il dolore reale (malattia, tortura) non è redimibile da un atto di volontà estetico‑filosofico. (Obiezione schopenhaueriana/N.B. TheCollector evidenzia divergenza fra uso del dolore nei due filosofi.)
5.3 Argomento Utilitarista / Consequenzialista Meliorista
Sintesi: Anche in un universo privo di senso intrinseco, possiamo valutare le azioni in base agli effetti su benessere, piacere, desideri o capacità; l’obiettivo morale diventa ridurre il dolore e aumentare il benessere complessivo. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Contro Ligotti: Se il problema è la sofferenza sistemica prodotta da strutture lavorative alienanti, la risposta non è l’annientamento ma la riforma istituzionale per massimizzare la felicità/equità (Mill: riformismo sociale; applicazioni manageriali etiche).
Punti di forza: Fornisce criteri operativi; spinge a cambiare condizioni materiali (orari, sicurezza, riconoscimento) riducendo proprio quel dolore che alimenta il pessimismo.
Debolezza secondo Ligotti: Il meliorismo ignora che l’intero essere è male (linea leopardiana / ligottiana); miglioramenti locali sono “cerotti” sopra una ferita ontologica. Sapere Virgilio Weird Fiction Review
5.4 Etica della Virtù / Eudaimonia
Sintesi: Tradizione aristotelica: scopo della vita umana è la eudaimonia (fioritura) raggiunta coltivando la virtù del carattere e della ragione pratica; la moralità non dipende da senso cosmico oggettivo, ma da pratiche che formano persone buone e comunità giuste. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Contro Ligotti: Frank fallisce in virtù come coraggio, temperanza, giustizia e phronesis; invece di trasformare il torto subito in apprendimento morale e solidarietà con altri lavoratori, canalizza il risentimento in violenza distruttiva, cioè un vizio. (Applicazione interpretativa; struttura virtuosa da SEP Virtue Ethics.)
Punti di forza: Offre un linguaggio graduale (si può migliorare, non serve perfezione metafisica); valorizza le relazioni e la comunità.
Debolezza secondo il pessimismo cosmico: Le virtù sono costruzioni culturali (ancoraggi Zapffe) che non cancellano la verità dell’insensatezza ultima. Philosophy Now Weird Fiction Review
5.5 Deontologia e Dignità (Kant)
Sintesi: Il valore morale risiede nella razionalità autonoma; ogni persona è fine in sé, non mezzo. Il suicidio, la menzogna e l’omicidio violano i doveri perfetti e la dignità della ragione. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Contro Ligotti: La vendetta angelico‑annichilente di Frank tratta i colleghi come meri mezzi per scaricare il proprio dolore; distrugge la possibilità di una comunità morale basata sul rispetto universale.
Punti di forza: Non dipende dal calcolo della felicità né dall’ottimismo cosmico; anche in un universo privo di senso, il dovere razionale resta vincolante.
Debolezza secondo Ligotti: L’idea di “dignità razionale” è un’altra illusione antropocentrica — precisamente il tipo di “valore gonfiato” che il pessimismo vuole smascherare. (Collegabile al tono antiantropico ligottiano nelle interviste.) Weird Fiction Review thebulwark.com
5.6 Approccio delle Capacità (Sen / Nussbaum*): fioritura concreta sotto vincoli materiali
Sintesi: Ciò che conta moralmente è se le persone dispongono di alcune capacità sostanziali (salute, integrità corporea, gioco, controllo sull’ambiente, ecc.) per vivere una vita umana degna; politiche devono espandere tali capacità. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Contro Ligotti: Un ambiente aziendale che umilia, aliena e riduce l’autonomia danneggia capacità fondamentali; risposta adeguata è trasformazione istituzionale, non annientamento. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Punti di forza: Concreto, misurabile; collega etica e politica sociale. Enciclopedia di Filosofia di Stanford
Debolezza per il pessimismo cosmico: Anche se ampliamo capacità, restiamo esposti al dolore ontologico; dunque stiamo solo dilatando il teatro della sofferenza. (Replica ligottiana; base nel suo nichilismo dichiarato in interviste.) Weird Fiction Review thebulwark.com
(*) Si riferisce ai lavori di Martha Nussbaum e Amartya Sen sull’etica delle capacità, una filosofia pratica che invita le persone a realizzare obiettivi essenziali come la salute, l’integrità fisica e morale, le emozioni, la socialità e il rapporto equilibrato con l’ambiente anziché concentrarsi sul reddito e il benessere materiale [Nota di L.G.].
5.7 Evidenze psicologiche su ottimismo, resilienza e benessere
Ricerche in psicologia suggeriscono che aspettative più ottimistiche e pratiche intenzionali (gratitudine, atti di gentilezza, ricerca di “awe”) possono migliorare l’umore, ridurre lo stress e aumentare il senso di scopo; studi recenti mostrano anche i benefici di micro‑interventi quotidiani (“joy snacks”). The Washington Post PositivePsychology.com
Contro Ligotti: Se gli stati mentali e le pratiche sociali possono attenuare la sofferenza e favorire il significato del vissuto, allora la pretesa che l’esistenza conscia sia solo tortura è empiricamente troppo forte.
Debolezza secondo il pessimismo cosmico: Questi dati misurano il benessere soggettivo a breve termine e si basano su auto‑report; non confutano che, a scala cosmica o nel lungo periodo, il dolore e l’annichilimento prevalgano. (Obiezione; per l’uso di meccanismi di distrazione/isolamento come direbbe Zapffe.) Philosophy NowWeird Fiction Review
5.8 “Compagnia nel dolore”: Solidarietà tragica (Leopardi rivisitato)
Leopardi, pur mantenendo il pessimismo cosmico, intravede una forma di “società dei sofferenti” (cfr. La ginestra) in cui gli umani, riconoscendo l’indifferenza della natura, stringono alleanze di pietà reciproca. Questa “solidarietà dei mortali” non smentisce il dolore ma lo rende condiviso e quindi eticamente fecondo. Sapere Virgilio The New Yorker
Applicata a Ligotti: Frank sceglie la distruzione degli altri, non la solidarietà; il romanzo può essere letto come ammonimento su ciò che accade quando la coscienza del male cosmico non si converte in fraternità tragica.
6. Valutazione critica della coerenza del pessimismo ligottiano
Coerenza narrativa vs coerenza filosofica: Come narrativa d’orrore simbolico, la trasformazione di Frank in entità vendicativa funziona potentemente; come filosofia, il passo dall’alienazione lavorativa alla condanna metafisica dell’esistenza è inferenzialmente debole (salto indebito dall’esperienza particolare al giudizio universale). Weird Fiction Review
Problema epistemico: L’esperienza di Frank è mediata da uno stato mentale alterato (trauma, forse psicosi); usare la sua visione come evidenza per una metafisica pessimista generalizzata richiede un ponte argomentativo che il testo suggerisce ma non dimostra. (Inferenza critica; supporto indiziario nel fatto che la vendetta nasce dopo l’ostracismo e il collasso personale nelle sinossi editoriali.) Il SaggiatoreQuarta Parete Roma
Ambiguità ontologica: Non è chiaro se la Tenebra sia “reale” o proiezione; Ligotti tende a lasciare aperto lo statuto ontologico dell’orrore (cfr. sue osservazioni su “darkness” come dispositivo letterario e sulla rilevanza di esperienze di incubo). Questo margine rende il pessimismo più estetico‑esistenziale che dimostrativo. Weird Fiction Review thebulwark.com
Autocontraddizione performativa (Cioran‑style): Affermare che la coscienza è puro errore attraverso un’opera artistica che comunica e suscita riconoscimento significa già attribuire un valore (estetico, cognitivo, etico) all’atto di consapevolezza. I pessimisti aforistici (Cioran) giocano ironicamente con questa performatività; Ligotti, in modo affine, produce senso proprio denunciandone l’assenza. lareviewofbooks.org Weird Fiction Review
7. Come usare il romanzo in un corso introduttivo di filosofia morale
Per un/una studentə del primo anno, Il mio lavoro non è ancora finito offre un laboratorio ideale per collegare letteratura e domande etiche:
(Le domande qui sono proposte didattiche; fonti tematiche nelle sezioni precedenti.) Philosophy NowEnciclopedia di Filosofia di Stanford ThoughtCo
8. Sintesi conclusiva
Il mio lavoro non è ancora finito estremizza l’esperienza quotidiana dell’alienazione lavorativa fino a trasformarla in una rivelazione metafisica: dietro la banalità aziendale pulsa un abisso ontologico che rende la coscienza un supplizio. Questa mossa drammatica dialoga con tradizioni di pessimismo che vanno da Schopenhauer a Zapffe, da Cioran a Leopardi, passando per il cosmicismo lovecraftiano, ma li reimpiega in chiave narrativa per produrre shock emotivo.
Le risposte filosofiche possibili — rivolta camusiana, affermazione nietzscheana, riformismo utilitarista, etica della virtù, dignità kantiana, approccio delle capacità, resilienza psicologica, solidarietà tragica leopardiana — non “confutano” in modo definitivo il pessimismo cosmico; ne mostrano però i limiti pratici e i punti dove la denuncia si basa su generalizzazioni emotive più che su argomenti stringenti. In classe, confrontare queste prospettive aiuta a capire che la valutazione del valore della vita dipende da quali criteri morali adottiamo e da quanto credito diamo alle nostre esperienze di dolore rispetto alle risorse — individuali e collettive — per trasformarle.