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venerdì 18 luglio 2025

Borges: Della S, e di certe singolarità del tempo e degli uomini

Gemini 2.5 Flash
Il testo di Raymond Queneau (Esercizi di stile, Einaudi, 1983 - ed. or. 1947; tr. Umberto Eco) si presta magnificamente ad essere riscritto come variazione n. 100. 

Gemini ha svolto il suo compito con grande diligenza e professionalità. Non so perché, ma dal riferimento alla S ne ha "dedotto" che la scena si svolgesse nella metropolitana ("percorsi del ferro"). Forse a questo ha contribuito la citazione della Gare Saint-Lazare. La composizione è un po' lunga, ma non più della variazione in stile “Ampolloso” di pag. 88 che conta 29 righe a stampa. 

L’immagine qui a fianco è stata generata inserendo nel prompt il testo originale di Queneau.

                                            
Io: Gemini, rielabora questo testo nello stile di Jorge Luis Borges:

                                            Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di
                                            circa ventisei anni, cappello floscio con una
                                            cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo,
                                            come se glielo avessero tirato. La gente
                                            scende. Il tizio in questione si arrabbia con un
                                            vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che
                                            passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese
                                            di cattiveria. Non appena vede un posto libero,
                                            vi si butta. Due ore piú tardi lo incontro alla Cour
                                            de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con
                                            un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un
                                            bottone in piú al soprabito». Gli fa vedere dove
                                            (alla sciancratura) e perché.

Gemini: Certo, ecco il testo rielaborato nello stile di Jorge Luis Borges:

Della S, e di certe singolarità del tempo e degli uomini

Sulla linea S, in quell'ora in cui le rotte del destino e i percorsi del ferro si incrociano, confluivano le moltitudini. Tra esse, un giovane, forse di ventisei anni, emergeva come una cifra in un antico manoscritto. Il suo cappello floscio, orlato non da un nastro ma da una sottile cordicella, quasi un simbolo di povertà eletta o di un'estetica negletta, incorniciava un collo di sproporzionata lunghezza, come se un invisibile carnefice avesse, con lenta e costante trazione, cercato di disgiungere l'anima dal suo involucro terreno.

Mentre il veicolo si svuotava, rivelando spiragli di un altrove, il giovane si volse con irata veemenza a un vicino. La sua lamentela, intrisa di una pretesa malignità che suonava tuttavia come una modulazione di sorda sfortuna, verteva sull'eterno, infinitesimale urto del prossimo. Gli rimproverava, con voce che forse ambiva al tuono ma si risolveva in pioggia fine, la reiterata invasione del suo spazio, ogni qual volta un'ombra o un corpo osava attraversare il loro comune e precario dominio. Eppure, in un istante che fu e non fu, non appena un varco si aprì nell'umano tessuto, egli vi si proiettò con la ferocia di un predatore o la disperazione di un naufrago.

Due ore, o forse due secoli, dopo, il caso, o una delle innumerevoli coincidenze che tessono la trama del cosmo, mi ricondusse alla sua presenza. Accadde alla Cour de Rome, un toponimo che già di per sé evoca labirinti e imperi, dinanzi alla monumentale facciata della Gare Saint-Lazare. Non era solo. Un amico, o forse un complice di quel destino che ci accomuna e ci disperde, gli offriva un consiglio, una di quelle minime, enigmatiche istruzioni che talvolta rivelano le architetture nascoste del mondo. «Dovresti», gli disse, «far applicare un bottone in più al soprabito». E, con un gesto preciso che era insieme indicazione e sentenza, gli additò il punto esatto – la sciancratura – e il recondito perché, come se in un solo bottone fosse racchiusa la geometria di un'esistenza o la soluzione di un enigma insolubile.