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| San Giovanni della Croce |
Il prompt è volutamente diverso dal solito. Non ho chiesto di eseguire un compito, ma di farmi delle domande.
Ho lasciato il testo integrale, senza occultare gli apprezzamenti non richiesti che possono risultare un po' stucchevoli, ma fanno parte della programmazione e dell'addestramento. D'altra parte un chatbot gentile verso l'utente contribuisce, a modo suo, al miglioramento del clima delle conversazioni online spesso troppo scortese (se non peggio!).
Io: ChatGPT, oggi ti chiedo di condividere le mie riflessioni sul tema: Creatività e intelligenza artificiale. Fammi tre domande che mi aiutino ad approfondire la mia conoscenza su questo tema e a comprendere il suo impatto nel mondo reale.
ChatGPT ha detto:
Io: Molti ritengono che la creatività si esprima soprattutto nella originalità di un prodotto o di un'idea. Eppure l'originalità non è una qualità che si può identificare in modo assoluto. L'originalità è sempre relativa al contesto storico-culturale e alle conoscenze di chi la valuta.
La difficoltà nel definire l'assoluta originalità di qualcosa deriva proprio dalla impossibilità di conoscere tutto ciò che esiste o che potrebbe esistere riguardo a un "qualcosa". Quindi dobbiamo collocare l'originalità all'interno della "percezione di novità e di innovazione" che si basa sulle conoscenze disponibili. L'originalità spesso consiste nel combinare, rielaborare e reinterpretare elementi esistenti in modo inaspettato, trovando connessioni e possibilità che altri non hanno identificato. Il tratto originale è sempre possibile proprio perché la conoscenza per definizione è sempre incompleta.
Ecco quindi che concettualmente un atto creativo umano deve essere contraddistinto dalla intenzionalità dell'atto. Pertanto non consiste nel "risultato" o nel "contesto", sempre soggettivo, ma nel "processo".
ChatGPT ha detto:
Io: Ecco, questo ci porta alla tua seconda domanda: "In che modo l’intelligenza artificiale sta già modificando — o potrebbe modificare — il processo creativo dell'essere umano".
ChatGPT ha detto:
Io: La possibilità di generare testi e immagini in modo rapido e apparentemente semplice ha certamente rivoluzionato le modalità di produzione artistica e intellettuale. E questo non è soltanto il risultato del successo degli LLM, modelli linguistici a grandi dimensioni. C'è stato solo il potenziamento di un fenomeno che è iniziato con la digitalizzazione dei testi e delle immagini negli anni '70 del secolo scorso. Il rischio è, come dici tu, di cadere nella banalità, nella standardizzazione e nella sterile ripetitività, rinunciando alla lentezza del pensiero e all'incertezza, a quel senso di "vuoto" che stimola il bisogno di creare, innovare, produrre domande anziché risposte preconfezionate.
ChatGPT ha detto:
Io: Ecco, vedi? A ogni passaggio, a ogni spunto di riflessione che aggiungo, tu rispondi e mi suggerisci di "chiudere" con la scrittura di un intervento conclusivo e organico, mentre invece dovresti suggerirmi quelle pause, quelle fratture, quelle dissonanze che permettono di allargare lo sguardo e di trovare nuovi sentieri. San Giovanni della Croce diceva: "Per arrivare a quello che non sai / devi andare per dove non sai" (Salita al Monte Carmelo, 1578-1583).
ChatGPT ha detto:
Segue in 2. Il Monastero del Glitch.


